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POSSIBILITA’ DI SOPRAVVIVENZA
DELL’EQUIPAGGIO STS-107




In meno di due settimane dopo l’incidente, su richiesta della Commissione, la NASA nominò un Gruppo di lavoro sulla possibilità di sopravvivenza dell’equipaggio dell’STS-107 al fine di comprendere meglio la causa della morte e la rottura del modulo dell’equipaggio. Il Gruppo arrivò alle seguenti conclusioni:
-Nel suo ampio riesame di tutte le documentazioni mediche e dei dati sulla salute dell’equipaggio, il Gruppo non rilevò irregolarità.
-L’Istituto Patologico delle Forze Armate e l’F.B.I. condussero analisi di medicina legale sui resti dei corpi dopo il loro recupero; si determinò che i livelli di accelerazione a cui fu sottoposto il modulo dell’equipaggio prima dello schianto, non furono letali.
-La morte dei membri dell’equipaggio fu dovuta a traumi violenti e ipossia; l’ora esatta della morte non può essere determinata a causa della mancanza di prove dirette fisiche o registrate. Tuttavia, è avvenuta dopo le ore 9:00:19 a.m.
-La valutazione medico-legale di tutti i componenti recuperati del modulo dell’equipaggio/fusoliera anteriore non mostrò alcuna prova di sovrapressurizzazione o esplosione. Tale conclusione è avallata dalla mancanza sia di prove medico-legali, sia dalla mancanza di una fonte attendibile per qualunque altra sorta di evento.
-Il cedimento del modulo dell’equipaggio fu causato dalla degradazione termica delle proprietà strutturali, la quale portò ad un rapido e catastrofico cedimento strutturale sequenziale, piuttosto che ad un istantaneo cedimento di natura "esplosiva".
-Il distacco del gruppo modulo equipaggio/fusoliera anteriore dal resto del Columbia avvenne, verosimilmente, proprio di fronte al comparto "payload"; la successiva rottura del gruppo fu il risultato di un riscaldamento balistico e di un carico dinamico. Circa la valutazione delle spaccature sugli elementi strutturali primari e secolari suggeriscono che i cedimenti strutturali avvennero a temperature elevate.
-Un’ampia ricostruzione della traiettoria stabilì la sequenza di rottura più verosimile (mostrata nella figura sotto)


dove sono indicati i calcoli sulla quantità di carico e di calore per quanto riguarda il modulo dell’equipaggio lungo la sua traiettoria ricostruita; la striscia sovrapposta alla traiettoria (che inizia circa verso le ore 9:00:58) rappresenta la finestra in cui hanno avuto origine tutti i detriti presi in esame. Si può notare che la distruzione del modulo dell’equipaggio coprì un periodo di 24" cominciando da un’altitudine di circa 140.000 feet (circa 40 km) e terminando a 105.000 feet (circa 31 km); difatti, la figura ricostruisce il rientro termico indipendentemente dai modelli aerodinamici.
-L’impronta dei detriti risultò consistente dai risultati di queste analisi di traiettoria e dei modelli; circa il 40-50% (in base al peso) del modulo dell’equipaggio fu recuperato. Ai risultati del Gruppo di lavoro si aggiungono le conoscenze acquisite dalla perdita del Challenger nel 1986; una tale conoscenza è fondamentale per gli sforzi di migliorare la possibilità di sopravvivenza dell’equipaggio quando si progettano nuovi veicoli e quando si ravvisano nuove migliorie per quelli esistenti.
-I video dell’equipaggio durante il rientro, che sono stati resi pubblici, dimostrano che le procedure prescritte per l’uso dell’equipaggiamento individuale (tute, guanti e caschi) non furono eseguite a dovere; ciò è confermato dalle conclusioni del Gruppo di lavoro secondo cui tre membri dell’equipaggio non indossavano i guanti e nessuno di loro indossava il casco; tuttavia, in tali circostanze ciò non avrebbe aumentato le loro probabilità di sopravvivenza.


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TUTTE LE FOTO DI QUESTO ARTICOLO SONO PROTETTE DA COPYRIGHT
Traduzione ed elaborazione a cura di Luigi Merico - Pubblicazione a cura di Luigi Martano





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