La possibilità di riparazione, fattibile logisticamente usando materiali esistenti a bordo del Columbia, presentava molte incertezze tanto che la NASA classificò questa opzione "ad alto rischio". Per completare una riparazione, l’equipaggio avrebbe effettuato una "passeggiata" nello spazio per tappare un buco di circa 6 pollici su un pannello RCC con pesanti oggetti metallici, piccoli pezzi di titanio o altro metallo presso dalla cabina. Questi metalli pesanti, che avrebbero aiutato a proteggere la struttura dell’ala, sarebbero stati trattenuti sul posto, durante il rientro, da una borsa piena d’acqua trasformata in ghiaccio nel freddo dello spazio. Il ghiaccio ed il metallo avrebbero contribuito a ristabilire la geometria dell’estremità portante dell’ala, prevenendo una qualche turbolenza sull’ala e mantenendo il livello di calore e di combustione abbastanza bassi per l’equipaggio, onde consentire loro di sopravvivere al rientro e paracadutarsi prima dell’atterraggio. Poiché la NASA non poteva verificare che le riparazioni resistessero ad un rientro modificato, l’opzione di recupero con l’Atlantis poteva avere maggiori possibilità di riportare a terra l’equipaggio del Columbia sano e salvo.
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