Accelerare la procedura di lancio dell’Atlantis ed il successivo "incontro" col Columbia, era il compito più arduo nello scenario del recupero. Al 4° giorno di volo del Columbia, l’Atlantis si trovava al Kennedy Space Center con installati i suoi reattori principali a 41 giorni dal suo lancio programmato per il 1° marzo dello stesso anno. I razzi impulsori erano già assemblati al Booster esterno; lavorando con turni di tre ore per sette giorni alla settimana, dal 10 febbraio l’Atlantis poteva essere preparato al lancio senza trascurare i test necessari.
Se il conto alla rovescia ed il successivo lancio fossero stati esenti da problemi, si poteva ottenere una finestra di 5 giorni (dal 10 al 15 febbraio) nei quali l’Atlantis avrebbe "incontrato" il Columbia prima che le risorse di quest’ultimo si esaurissero. Secondo le registrazioni, le condizioni meteo di quei giorni consentivano il lancio; l’Atlantis sarebbe stato lanciato con un equipaggio composto da 4 uomini: il comandante, il pilota e due astronauti addestrati alle "passeggiate" nello spazio. A gennaio erano disponibili 7 comandanti, 7 piloti e 9 astronauti addestrati; durante l’incontro del primo giorno in orbita dell’Atlantis, i due shuttle avrebbero eseguito le manovre per trovarsi di fronte l’un l’altro con le porte dei rispettivi comparti "payload" aperte (vedi fig. successiva). I membri del Columbia si sarebbero trasferiti sull’Atlantis "camminando" nello spazio; l’Atlantis sarebbe rientrato con i suoi 4 membri sul ponte di volo ed i 7 membri del Columbia sul ponte di mezzo. Il Centro di Missione avrebbe allora configurato il Columbia per una manovra di ammaraggio nell’Oceano Pacifico, oppure, avrebbe portato il columbia col suo equipaggio ad un’orbita superiore per una possibile missione di riparazione successiva (nel caso si fossero potute effettuare riparazioni più complete).
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